A Life for Motorcycle

E’ una storia di passione, di amore per un lavoro che diventa una forma stessa di esistenza e di famiglia. 

Quando per professione si vive tra le due ruote, è difficile non essere orgogliosi delle proprie creazioni e non innamorarsi del mondo a cui appartiene.

A Milano, in via Achille Maiocchi 29, c’è un posto nel quale c’è il giusto miscuglio tra meccanica, laboratorio, restauro, trasformazione e inventiva. 

Moto Maggioni viene gestito, dopo quasi 90 anni di attività, da Eugenio, terza generazione di un nucleo famigliare con i motori nel sangue.

“Ha iniziato mio nonno, nel 1929, con una piccola officina in cortile in cui riparava bici e moto”, racconta il nipote Eugenio. “All’epoca era dipendente alla Bianchi, il cui centro produttivo si trovava in viale Abruzzi, vicinissimo a dove è oggi il mio laboratorio. Poi è arrivato mio padre, che ha lavorato per anni alla Moto Guzzi in via Domodossola a Milano. Quando, a metà anni Sessanta, la Guzzi chiuse lo stabilimento a Milano e si trasferì a Mandello del Lario, mio padre decise di dedicarsi totalmente al centro-laboratorio di via Maiocchi, dove nel 1986 sono entrato io”.

Per Eugenio la scintilla per i motori si è accesa molto presto. 

Ha solo 4 anni e mezzo quando si avvicina a una bicicletta a motore. 

Ne ha 14 quando entra nel circuito trial, 16 quando passo all’enduro, ma nel 1987 smette di gareggiare per l’improvvisa morte della madre in un incidente stradale. 

Passano gli anni e la passione per le moto torna a farsi sentire, ma questa volta vira verso il mondo delle Bmw fuoristrada.

 “Nel 1985 avere una moto della casa di Monaco era da sfigati, sembravi un vecchio, se andavi in giro con una Bmw stradale”, ricorda Eugenio. “

Eugenio è un uomo la cui passione per le moto si coglie a ogni parola. Quando si parla della sua materia, non smetterebbe di portare argomenti e di coinvolgere chi gli sta di fronte. 

I lavori di restauro, di cui è più orgoglioso è lasua moto Bmw – 340.000 chilometri 

“Il bello di questo lavoro è fare moto su misura, senza far capire che sia un pezzo unico. Mi diverte che le persone si domandino quale sia l’originale. Il processo di trasformazione deve essere fatto bene, ma non deve mai diventare eccessivo”.

Anche perché il costo non è proprio accessibile a tutti. Trasformare una motocicletta richiede un certo dispendio economico, quindi si deve essere piuttosto convinti di quello che si vuole. 

“È come un tatuaggio”, continua Eugenio. “Devi pensare bene a cosa vuoi scriverti sulla pelle prima di farlo. 

Alla stessa maniera si può considerare la trasformazione della propria due ruote: è come una poesia che ci rispecchia, che invece di essere tatuata sulla pelle, si manifesta in uno strumento d’avventura”.